Un anno in tre mesi: la splendida esperienza di Alice nella scuola thailandese

Alice

da Legnano in Thailandia per tre mesi

Chi lo ha detto che in tre mesi non si possa vivere un'esperienza così totalizzante da incidere su tutto il proprio percorso di vita?E' quanto sta succedendo ad Alice, arrivata da poco in Thailandia, eppure pienamente calata e innamorata nella cultura del Paese dei Sorrisi, tra lezioni di musica thai e tanti nuovi amici.

Sai-wat-dee ka! (Ciao!).
Sono Alice, ho 17 anni e grazie a Intercultura mi trovo attualmente a Chainat, una piccola provincia nel cuore della Thailandia.

Qui frequento la classe 5/4 della Uthaiwittayakhom school, e ho 30 meravigliosi compagni di classe.
Sin dal primo giorno si sono mostrati tutti incredibilmente ospitali nei miei confronti. Mi hanno accolto con un disegno sulla lavagna, applausi, canzoni, disegni, biscotti, phuang malai, delle composizioni floreali simbolo di buon auspicio e soprattutto, tanti tanti sorrisi.
Non è stato affatto difficile fare amicizia.
La scuola thailandese è molto diversa da quella italiana, e mi ha sorpreso sotto molti punti di vista.
Qui le lezioni terminano alle 16, ma non iniziano ad un orario specifico, dipende da quando finisce l'assemblea mattutina, dove si canta l'inno nazionale e si recitano le preghiere buddhiste. Questa solitamente va dalle 7:30 alle 8:30, ma spesso è allungata da discorsi, premiazioni e talvolta addirittura da sfilate di moda o brevi sketch.
Dopodiché, rigorosamente a piedi scalzi, si va in classe.

Le lezioni durano un'ora, e sono intervallate da 10 minuti di pausa in cui i ragazzi sono liberi di girare per la scuola, andare in bagno o comprare qualche snack al negozio, mentre alle 12 c'è un'ora di pausa pranzo.
Nella mia scuola ci sono due mense con numerosi chioschi che offrono tantissima scelta sul menù, e possiamo scegliere di mangiare lì, in classe o passeggiando nell'immenso cortile della scuola.

Una delle tante cose che mi hanno colpito è la tanta indipendenza che hanno gli studenti, anche quelli più piccoli.
Qualche settimana fa c'è stato il festival dello sport, due giornate ricche di spettacoli e attività organizzate interamente da noi ragazzi. La scuola si è divisa in quattro squadre, ognuna delle quali aveva un colore e un paese del mondo, e ogni gruppo doveva preparare una parata. Io non ero in un gruppo specifico, ho dato una mano un po' a tutti cambiando team di giorno in giorno, e mi ha lasciato di stucco vedere l'impegno con cui tutti, nessuno escluso, hanno lavorato ogni giorno fino anche alle sei di sera, senza la supervisione di un professore, per creare scenografie, costumi e coreografie mozzafiato.
Penso che sia proprio grazie alla presenza di tutte queste attività trasversali, e che permettono a ognuno di esprimere la propria creatività e sviluppare i propri talenti, che i ragazzi thailandesi sono così devoti alla scuola.
Avendo così tanto tempo per sfogare l'energia, prestare attenzione durante le lezioni non è poi tanto difficile. Quando è ora di imparare, la loro curiosità e voglia di apprendere sono quasi tangibili.

I professori inoltre sono molto più amichevoli di quanto mi aspettassi. Questo perché in Thailandia nutrono un grande rispetto verso le persone più grandi, eppure a scuola gli insegnanti cercano un rapporto quasi di amicizia, scherzano molto e a volte ti battono anche il cinque. Rendono le lezioni divertenti e motivanti, e anche se non capisco ancora la lingua fanno sempre il possibile per coinvolgermi e farmi ridere.
Alcune delle materie che faccio qui sono simili a quelle italiane, ma la maggior parte sono completamente nuove per me.
Mai avrei pensato di studiare la letteratura thai, il buddhismo, o il giapponese da un libro in thailandese, o di imparare a coltivare piante di limoni, scoprendo anche che le foglie sono commestibili! Voi lo sapevate?
Una materia di cui mi sono completamente innamorata è la musica tradizionale thai. Fino ad ora ho imparato a suonare il ranat e il ponglang, degli xilofoni giganti di legno, e il sueng, simile a un ukulele.

Ho anche avuto la possibilità di indossare degli abiti tradizionali e di suonare ad un concerto. Non questi strumenti, non sono ancora pronta per esibirmi in pubblico, ma vi assicuro che anche la campana delle mucche non è facile come sembra.
Nonostante le difficoltà che porta studiare in una scuola in cui nessuno parla la tua lingua (o l'inglese), posso dire di star vivendo l'esperienza più bella della mia vita. Ho conosciuto persone meravigliose che rimarranno per sempre nel mio cuore, ho vissuto esperienze incredibili e imparato cose a cui non avevo mai neanche pensato. Sento di star cambiando, e non potrò mai ringraziare abbastanza intercultura per questa grandissima opportunità.

A tutti voi che stanno leggendo, se state pensando di partire ma avete ancora dubbi, paure, spero con tutto il cuore di aver contribuito a convincervi. Fatelo. Cambiatevi la vita.
E non dimenticate di mettere la Thailandia in lista.

Alice

da Legnano in Thailandia per tre mesi

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