Luoghi e attività imperdibili in India

Silvia

da Roma in India per un'estate

Se pensi che la tua città sia caotica e trafficata, allora non sei mai stato in India.

1 - L’India e le sue strade sono conosciute per la grande concentrazione di persone a metro quadro, la presenza di animali di ogni genere, dalle mucche alle scimmie, e le grandi code di traffico. Il traffico è un fattore da tenere in considerazione durante gli spostamenti e il miglior modo per coprire lunghe tratte in poco tempo è usare la metro e i treni.

Gli indiani di solito preferiscono optare per i rickshaw e soprattutto gli otto, mezzi di trasporto motorizzati per 4 persone (che alla fine diventano 8 o più) il cui prezzo (bassissimo) va concordato a seconda della tratta. Capita a chiunque vada in India di farne uso almeno una volta.

2 - Ciò che forse tutti sognano prima di partire per un viaggio del genere è provare l’ebbrezza di salire almeno una volta su di un elefante.
Ora è difficile trovarli per strada perché proibito dalla legge, ma si possono ancora trovare delle “fattorie” in periferia in cui è possibile fare un giro sul loro dorso.
Nonostante ciò questa usanza è ancora diffusa a Jaipur nota per il festival degli elefanti. Vengono decorati con selle e manti raffinati e pitturati con pigmenti accesissimi creando effetti artistici impressionanti.

3 - Tutto in India, a partire dall’oggetto più banale, è rifinito con decorazioni coloratissime e motivi ornamentali ricorrenti.
Una pratica largamente diffusa ed emulata anche dagli occidentali è il mehndi design. È quasi un obbligo tornare a casa dopo un viaggio in India con uno di questi disegni sulle braccia e sulle mani, i più eccentrici lo fanno anche sulla schiena e suoi piedi.
Il mehndi nasce come decorazione per gli sposi durante gli sfarzosi matrimoni, è una poltiglia di oli essenziali e foglie che a contatto con la pelle rilascia un segno bordeaux-marrone che resta per quasi due settimane. È facile trovare per strada chi ne realizza di bellissimi, ma se si acquista per strada è necessario saper contrattare. Ma attenzione! I non “desi” (nativi) rischiano di essere “fregati” facilmente.

4 - Connaught Place è il luogo perfetto per trovare oggetti a poco prezzo e per fare una passeggiata sotto i portici abbelliti con i murales di Delhistreetart, sotto questi portici c’è sempre un via vai di gente e mucchi di persone che contrattano per qualsiasi cosa e per qualsiasi prezzo, anche il più basso.

5 - Oltre alle numerose bancarelle che vendono di tutto e di più, ad ogni angolo si può trovare chi vende street food.
Se tenete alla vostra salute e alla vostra lingua soprattutto, non comprerei tutto ciò che è immerso in liquidi o fritto. Tutto ciò che non è dolce è piccantissimo, soprattutto lo street food e per chi non è abituato al piccante è una brutta botta.
Assolutamente consigliato invece è il “pan” un dolce freddo composto da foglie e da uno sciroppo al sapore di incenso.
È difficile identificare un sapore e descritto così potrebbe sembrare terribile, ma posso assicurare che è la cosa più buona del mondo.
  • Giro sul dorso di elefante
  • Mehndi design sulle mani di Silvia
  • Graffiti a Connaught Place
  • Testa coperta e piedi scalzi
  • tempio sikh “Gurudwara Bangla Sahib”
  • Ragazze che indossano il kurti
  • Al Taj Mahal
  • Preparando il mehndi design
  • In movimento
  • Silvia, in abiti tradizionali

Non è raro trovare templi induisti, sikh, moschee e altri tipi di luogo di culto nella stessa zona; infatti l’India è un melting pot di religioni, culture, etnie e lingue diverse.
Tutte queste religioni convivono insieme (non ovunque purtroppo) e sotto questo aspetto credo che l’India sia molto avanti rispetto ad altre parti del mondo dove chi è di religione musulmana viene etichettato come terrorista e spesso emarginato.

La religione ha grande importanza e così anche i luoghi di culto dove bisogna attenersi a determinate, e a volte curiose, regole.
I templi sono numerosissimi e sono presenti in ogni quartiere.

6 - Tappa obbligatoria è sicuramente il tempio ISKCON che gode di una posizione sopraelevata rispetto a Delhi ed è quindi possibile vederla dall’alto. Sono particolarmente suggestivi il tramonto ed i giardini, che al buio vengono illuminati con particolari giochi di luce.

7 - All’ entrata dei templi, così come sull’uscio delle case indiane, bisogna levarsi le scarpe e in certi templi è obbligatorio anche lavarsi mani e piedi, come al tempio sikh “Gurudwara Bangla Sahib”. Nel tempio sikh bisogna coprirsi il capo con un telo che è possibile reperire all’ingresso: sono copricapi colorati messi a disposizione per la comunità.

All’interno dei templi c’è sempre un incessante canto accompagnato da strumenti indiani, e questo rende la preghiera un momento di gioia e condivisione. All’uscita del tempio sikh si va a fare la fila per una vaschetta di dolce tipico ritenuto sacro. Consiste in una specie di farina di semola dolce. Le rupie ricavate dalla vendita di questo dolce sono usate per aiutare i poveri e per la manutenzione del tempio; le usanze della Chiesa occidentale hanno caratteri affini alle usanze religiose orientali ed anche il loro senso etico e morale non è poi così diverso dal nostro.

8 - Non si può andare in India e tornare senza aver visto il Taj Mahal ad Aagra, una delle sette meraviglie del mondo. È un complesso enorme che richiede tutto il giorno per poter essere visitato nella sua totalità e soprattutto bisogna visitarlo in una giornata non troppo soleggiata.
Il Taj Mahal, contrariamente a ciò che in molti pensano, è un mausoleo dedicato alla consorte dell’ultimo imperatore Moghul ed anche qui, come nei luoghi sacri, è obbligatorio togliersi o coprirsi le scarpe (opzione preferita per evitare i furti) per non rovinare il marmo bianchissimo di cui è fatto.

9 - Un altro noto mausoleo è Humayun’s Tomb situato a New Delhi e anch’esso fa parte della produzione architettonica dell’impero moghul.

Per visitare più posti in una sola giornata bisogna ricordarsi del traffico. Gli indiani non ne sono spaventati o infastiditi come potremmo esserlo noi davanti a una fila di due ore. Sono molto calmi, non incominciano a inveire al primo suono di clacson e non si insultano vicendevolmente, anzi dimostrano un impensabile autocontrollo. L’unico segnale che danno della loro presenza è con il clacson di cui viene fatto un uso spropositato e senza reale motivo da tutti e a tutte le ore del giorno, ma anche questa è l’India.

Silvia

da Roma in India per un'estate

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