La mia prima estate oltreoceano a Montreal, in Quebéc

Iris

da Latina in Canada per un'estate

Nel dizionario di Intercultura la parola "aspettativa" non esiste... sembra di stare in Russia, una matrioska continua, ma poi capisci che sei capitata in Canada.
Ricordo ancora la mia faccia il giorno che ho scoperto di aver vinto il concorso per trascorrere la mia estate in Quebéc: non me l'immaginavo; neanche per assurdo!
Allora chiamai al telefono mia madre per darle la bella notizia con una voce incerta mista ad un alto grado di euforia e le dissi queste precise parole: "mi porteranno tutti i pomeriggi a tagliare la legna e poi mi ingozzeranno di sciroppo d'acero fino alla nausea", e invece non è andata affatto così.
Ho trascorso la mia prima estate oltreoceano a Montreal, in Quebéc, ma a volte mi guardavo intorno e tra me e me pensavo di aver sbagliato continente: un ottimo indizio per dare inizio alla mia esperienza interculturalmente interculturale. Mi aspettavo una famiglia di canadesi DOC, alti, biondi e amanti del barbecue, e invece posso dire che con grande sorpresa ho avuto la possibilità di conoscere diverse realtà: mi sono ritrovata tra i grattacieli più alti del Canada misti al verde dei parchi cittadini, ma ho anche scoperto, grazie ai miei genitori e la nonna 92enne di origini vietnamita, le pullulanti città del Vietnam. Ho avuto l'opportunità di fare insieme a loro escursioni in barca, gustando le costolette di maiale al caramello. Ho scoperto anche che sono tre fans sfegatati di cappuccino e cornetto!!!

La mia giornata tipo iniziava con le lezioni di francese al mattino presso il Vanier College continuando con le attività proposte dalla scuola come il Laser Quest o il Ceramic Cafè, ma il vero e proprio divertimento iniziava dalle quattro di pomeriggio in poi proseguendo soprattutto nei nei week-end: non avrei mai immaginato che salire sul 46esimo piano del grattacielo dell'Observatoire di Place Ville Marie, dove io, piccola e esile, mi sarei scontrata con l'altezza del Mount Royal oppure con la miriade di palazzoni giganti che da lì dominano il panorama, mi avrebbe cambiato la vita; mi avrebbe dato la forza di vivere quest'esperienza fino in fondo. In Italia non mi sarebbe passato neppure nell'anticamera del cervello di salire sulla ruota panoramica del Vieux Port a 62 metri da terra ammirando un panorama in cui la natura dell'ile Saint-Hélène si incontra con la storia di Vieux Montreal e con la dimanicità e la modernità di Downtown, ma non avrei neanche provato il brivido salire sulla Torre dell'Orologio dove sembra che 200 scalini ti portino in paradiso perché avrei avuto la convinzione di soffrire di vertigini oppure di camminare come se niente fosse su un circuito di Formula 1 proprio per dire: "Se Sebastian Vettel su quella pista ha vinto il Gran premio del 2018, io ho avuto la possibilità di passeggiarci".
Insomma per tutti i ragazzi che leggeranno questa testimonianza vi consiglio di fare quest'esperienza e viverla al massimo perché è proprio vero che Intercultura ti cambia la vita.

Iris

da Latina in Canada per un'estate

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