Il mio primo giorno di scuola in Thailandia

Letizia

Da Bergamo in Thailandia per due mesi

Sono Letizia, ho 16 anni e ho frequentato il programma bimestrale in Thailandia.
Il primo giorno di scuola non è stato proprio come me l'aspettavo: la mia mamma thailandese mi ha scaricato davanti alla scuola con un rotolo di carta igienica in una mano e pollo con lo stiky rice per la colazione nell'altra, ignorando totalmente il fatto che avevo specificato di essere vegetariana. Dopo una serie di travagliate vicende simili a questa e un'anemia che mi ha perennemente accompagnato, ho deciso che mi conveniva cambiare le mie idee e tornare a mangiare la carne.
Entrando, tutti si sono girati a guardarmi come se fossi una celebrità, probabilmente per i miei capelli biondi, la carnagione chiarissima e gli occhi azzurri
Fatto sta che mi sono ritrovata davanti ad una scuola enorme e il mio primo pensiero è stato: "adesso mi perdo subito", visto il mio acuto senso dell'orientamento. Entrando, tutti si sono girati a guardarmi come se fossi una celebrità o un'appestata, non saprei quale delle due, probabilmente per i miei capelli biondi, la carnagione chiarissima e gli occhi azzurri.

Mi sentivo quasi vittima di razzismo, finché una ragazza mi ha chiesto se ero per caso una Thai malata! In mezzo ad un labirinto e osservata da strani sconosciuti cercavo quindi disperatamente qualcuno che mi aiutasse ad orientarmi, ma nessuno riusciva a comunicare con me in inglese. Finalmente ho trovato un ragazzo che mi ha accompagnato gentilmente in sala professori.

Una volta lì, l'insegnante ha controllato da capo a piedi che non avessi trucco, braccialetti, collane superflue e i capelli perfettamente legati, poi mi ha accompagnato dalle altre studentesse impegnate nel programma di scambio per andare tutti insieme dal preside.
In Thailandia hanno un rispetto grandissimo per gli insegnanti: quando stanno in piedi devi abbassarti per non essere alla loro altezza, quando sono seduti devi inginocchiarti per parlare con loro"Prima di entrare togliete le scarpe", ci hanno detto.

Io e l'americana ci siamo guardate come per dire "Ah?" e le abbiamo tolte cercando di non far alzare la gonna. È stato buffissimo. Abbiamo passato un'ora con il preside nell'imbarazzo totale, non capendo la maggior parte delle parole (in Thai!) e cercando di essere più educate possibile (ovviamente nei loro standard). Dopo di che non abbiamo fatto più nulla a parte imparare il Thai per tutto il giorno perché c'era la settimana degli esami. Tre giorni dopo abbiamo dovuto prepararci per la presentazione in Thai davanti a tutta la scuola... Il nostro forbitissimo Thai ha fatto un successone!
La settimana seguente ho finalmente conosciuto la mia classe, e le lezioni vere e proprie sono iniziate. Con esse anche le attività extracurricolari come Thai boxing, Thai dancing, Thai art... È stato persino pubblicato su Facebook dalla scuola un video in cui noi ci dilettavamo nella magnifica arte del "ram Thai"!!

Dopo essere diventate dive del ballo, un giorno ho avuto un bisogno impellente di andare in bagno... Risparmio dettagliate descrizioni, ma dico solo che da lì ho capito perché mia madre mi aveva fornito di carta igienica: il bagno era composto solo da un buco e una bacinella d'acqua!
Nonostante le mie travagliate e ridicole avventure in questa scuola, la Thailandia mi è rimasta nel cuore: i sorrisi, la spiritualità e la gentilezza di queste persone hanno fatto sì che io vivessi la mia esperienza in modo bellissimo
In Thailandia hanno un rispetto grandissimo per gli insegnanti: quando stanno in piedi devi abbassarti per non essere alla loro altezza, quando sono seduti devi inginocchiarti per parlare con loro. Io, potete immaginare, sono alta e quindi dovevo piegarmi e ingobbirmi più che potevo, tanto che i miei compagni e gli insegnanti mi chiedevano "ma cosa stai facendo?". Per non parlare dell'abbigliamento! Dopo scuola mi fermavo tutti i giorni per giocare a pallavolo: il primo giorno mi sono portata dei pantaloncini che uso normalmente in Italia... Erano troppo corti per loro!! Persino l'americana, ormai abituata a questa cultura, mi ha squadrato da capo a piedi dicendomi: "ma come ti sei vestita?". Mi sono sentita come un assassinio dopo aver compiuto il misfatto.

Nonostante le mie travagliate e ridicole avventure in questa scuola, adesso che sono a casa rimpiango tutto questo. La Thailandia mi è rimasta nel cuore: i sorrisi, la spiritualità e la gentilezza di queste persone hanno fatto sì che io vivessi la mia esperienza in modo bellissimo e la diversità è stata soltanto un motivo di crescita.
  • La classe di Letizia

La scuola in Thailandia

Letizia

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