I valori dell'Italia

Martina

Da Civitavecchia a Panama per un anno

Personalmente non ho sentito molto la nostalgia della mia famiglia, né dei miei amici, perché, per fortuna, mi sono trovata in una famiglia fantastica che non mi ha mai fatto mancare nulla.Ma dopo quasi sette mesi qui, una sorta di nostalgia inizia ad emergere; sento la forte mancanza di quelle cose, che a prima vista sono quelle con meno valore, e questa nostalgia porta, prima o poi, ad apprezzare tutto ciò che in Italia non aveva minimamente importanza per noi.
Quando il giovedì pomeriggio non potevo uscire perché ero sommersa dai compiti, provavo una rabbia interna che dovevo reprimere per prendere un bel voto, la stessa rabbia che reprimo ora al dover semplicemente colorare un cartellone ed attaccare qualche immagine. Come durante questa esperienza, non ho mai apprezzato la scuola italiana.
Quando mia madre voleva che tornassi a mezzanotte quando invece le mie amiche tornavano all'una, mi sentivo impotente di fronte alla sua decisione, la stessa impotenza che provo adesso tornando a casa prima del coprifuoco nazionale delle 21. Come durante questa esperienza, non ho mai apprezzato uscire la sera.
Quando un compagno andava contro un mio ideale e ci discutevo per far valere la mia idea, mi sentivo una guerriera, la stessa guerra che affronto ogni giorno per difendere il mio Paese natale. Come durante questa esperienza, non ho mai apprezzato l'essere italiana.
Quando mio padre faceva sempre lo stesso tipo di pasta che puntualmente non mi piaceva, mi sentivo schifata, lo stesso schifo che provo ora nel mangiare la "pasta" scotta con il pollo. Come durante questa esperienza, non ho mai apprezzato il cibo italiano.
Dopo quasi sette mesi qui, una sorta di nostalgia inizia ad emergere. E questa nostalgia porta, prima o poi, ad apprezzare tutto ciò che in Italia non aveva minimamente importanza per noi

  • Il Natale di Martina con la famiglia
  • La scuola

Quando mi sentivo spaesata e mia madre mi aiutava a ritrovare la via, mi sentivo appagata, la stessa sensazione che provo adesso quando, da sola, ci riesco comunque. Come durante questa esperienza, non ho mai apprezzato le mie capacità.
Quando andavo a scuola con la tuta e spettinata mi sentivo a disagio, lo stesso disagio che mi accompagna quotidianamente adesso quando la gonna non copre completamente il ginocchio, la camicia non è ben stirata o ho dimenticato di togliere la collana. Come durante questa esperienza, non ho mai apprezzato la possibilità di andare a scuola persino in pigiama.
Quando ero triste e nessuno lo notava mi sentivo sola, la stessa solitudine che sento ogni giorno quando non so con chi condividere traguardi importanti solo per me. Come durante questa esperienza, non ho mai apprezzato la mia famiglia.
Quando i miei genitori mi dicevano che dovevo dare il massimo, mi sentivo motivata, la stessa motivazione che ho oggi quando per il duecentesimo giorno mi sveglio e vivo la mia avventura. Come durante questa esperienza, non ho mai apprezzato abbastanza tutto ciò che mi circondava giornalmente in Italia, non ho mai apprezzato la mia forza e la mia determinazione. Come durante questa esperienza, non ho mai capito chi fossi veramente.

Martina

Da Civitavecchia a Panama per un anno

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