Fiori agli insegnanti e patate a colazione

Mariarosaria

Da Roma per un anno scolastico in Lettonia

Lettonia... Alcuni forse penseranno, "Che paese strano per fare un anno all'estero!"
Un po' è vero, ma posso dire che invece è stata la scelta migliore che potessi fare. Un paese non convenzionale di cui non si sa molto e che posso scoprire tutto da sola, volta per volta.
Il mio primo giorno di scuola è stato molto particolare. Io e mia sorella ospitante fremevamo dall'emozione; abbiamo preso i nostri fiori e ci siamo dirette nella nostra classe. Perché i fiori? Beh, perché qui è usuale portare dei fiori all'insegnante coordinatrice della classe il primo giorno. Dopo essere entrata in classe la professoressa si è presentata e mi ha chiesto di parlarle un po' di me, da dove venissi... Poi siamo andati in cortile dove tutte le classi di tutti i gradi si sono riunite e ci sono stati vari canti, discorsi e cerimonie.

Non tutti i miei compagni mi si sono subito presentati, e infatti ammetto di essere rimasta un po' stranita all'inizio, ma poi mi è stato spiegato che semplicemente non conoscendo bene l'inglese avevano vergogna a parlarmi per paura di sbagliare! Ma ormai è passato più di un mese e tutti, chi più e chi meno, mi parlano - o almeno ci provano!

Dopo solo una settimana dall'inizio della scuola c'è stato il mio compleanno, e anche i compagni che non conoscevo bene hanno festeggiato con me... secondo la tradizione lettone! Mi hanno fatto dei regali, cantato la canzone di buon compleanno lettone, e quattro ragazzi mi hanno sollevata su una sedia tante volte quanti sono gli anni che si compiono: nel mio caso quindi... diciassette volte!

Anche se la Lettonia è un paese europeo, comunque gli shock culturali non sono mancati. È ancora strano per me vedere i miei genitori ospitanti mangiare patate, cavolfiori e peperoni della sera prima per colazione, insieme ad un bel tè o caffè caldo! Perché sì, qui bevono un sacco di tè, ma davvero tanto! Oppure vedere quanto la loro dieta sia basata praticamente solo sulle patate, ma quando ti chiedono se ti vanno bene i "kartepeļu pankukas" (pancake di patate) per cena non puoi che dire di sì.

Con la famiglia sono stata davvero tanto fortunata. Non tutti parlano bene l'inglese, ma sono comunque gentili con me e cercano di integrarmi. Mia madre usa spesso il traduttore e, grazie ad esso, sta iniziando ad essere sempre più fluente in inglese! È sempre molto divertente quando cerca di dirmi qualcosa e poi, non riuscendoci, si affida al cellulare. Mio padre invece mi parla in lettone sperando che io capisca, e si fa sempre una grossa risata quando gli rispondo! Ricordo ancora quando venne da me mentre facevo colazione e mi disse "Labu apetÄ«ti!" e io, davvero confusa, chiesi a mia madre di tradurmi. Dopo avermi detto che significava "Buon appetito!" risposi prontamente con "Paldies!" (grazie), e via di risate a non finire!

Non bisogna comunque farsi scoraggiare certo dalla lingua o dalla (apparente) freddezza dei lettoni perché anche se sono qui da poco tempo non rimpiango per niente di esserci.
Adesso ho tantissimi amici e ho visto paesaggi mozzafiato, soprattutto nella mia città, Koknese. Non è sempre facile essere un exchange student, soprattutto in un paese dove la lingua è così diversa dalla nostra, ma mettersi in gioco fa parte dell'esperienza e non posso far altro che consigliervela... e, specialmente, consigliarvi la Lettonia!

Mariarosaria

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