Cosa succede dall'altra parte del mondo

Silvia

Da Bari in Nuova Zelanda per due mesi

Ogni volta che ripenso alla Nuova Zelanda mi brillano gli occhi. Innamorarsi di questa terra è stato inevitabile. E non parlo solo della natura e dei paesaggi mozzafiato, ma della gente, della cultura e ovviamente di tutte le meravigliose esperienze vissute.Non saprei scegliere un momento più rappresentativo di questa esperienza: potrei forse scrivere del Prom (era tutto come nei film!!), o forse della partita degli All Blacks, che mi ha fatto appassionare ad uno sport meraviglioso come il rugby.
Uno dei ricordi più emozionanti è sicuramente quello vissuto insieme a Brenna, la mia amica "kiwi". Avevamo appena trascorso un bellissimo pomeriggio insieme e stavamo aspettando il mio papà ospitante sedute su una panchina. Ho alzato lo sguardo e... non credevo ai miei occhi: era tutto buio fatta eccezione per un nastro argentato di stelle che percorreva il cielo. "E' la Via Lattea", mi ha poi spiegato Brenna. In quel momento mi sono davvero sentita dall'altra parte del mondo, ma ho anche capito che non c'era altro posto in cui avrei desiderato essere.
In quel momento mi sono davvero sentita dall'altra parte del mondo, ma ho anche capito che non c'era altro posto in cui avrei desiderato essere.

Qualcuno magari è spaventato all'idea di passare due mesi in un posto geograficamente agli antipodi dell'Italia, ma posso assicurare che andando così lontano non si impara solo ad amare una nuova cultura, ma soprattutto si rivalutano le proprie radici. Inoltre, è stata proprio questa grande distanza ed il fatto che la Nuova Zelanda sia un Paese relativamente conosciuto a permettermi di vivere quest'esperienza in totale libertà, senza essere condizionata da alcun pregiudizio e soprattutto consapevole di aver accettato una sfida che non tutti i miei coetanei sarebbero stati disposti ad accettare.
E non preoccupatevi se sarà inverno: cosa c'è di più emozionante di sciare in pieno luglio?!

Silvia

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