Amicizia, autonomia e famiglia

Firdaous

da Reggio Emilia in Ungheria per un anno con Fondazione Manodori

La mia famiglia ospitante era composta da mamma, due sorelle che però non vivono in casa e il compagno di mia madre, che ci visita tutte le sere. Mi sono trovata bene sin dall'inizio, forse per il fatto che la situazione familiare sia abbastanza simile alla mia d'origine, siccome, alla fine, vivo solo con la mia host mum Éva, così come in Italia vivo solo con mia mamma.

Mi sono sentita accolta più che bene sin dall’inizio e, nonostante io sia tornata in Italia da meno di due mesi, mi mancano già un sacco tutti gli aspetti della mia vita ungherese, dal primo all’ultimo.

I miei amici erano spesso molto impegnati, soprattutto a causa della scuola e della maturità, motivo per cui non abbiamo avuto sempre la possibilità di vederci e uscire tanto, il che chiaramente mi è dispiaciuto molto, però riuscivo a comprendere la situazione appieno e, comunque, con l’inizio dell’estate è stato possibile vederci di più e passare più tempo insieme.

La maggior parte dei professori non parlava inglese, ma dopo 10 mesi, e dopo un esame di ungherese fatto a dicembre e orgogliosamente superato a pieni voti, riuscivo ad avere conversazioni durante le quali cercavo di farmi capire, anche con l'aiuto di google traduttore o dei miei amici. Mi mancano già alcuni professori che ho incontrato: sempre molto disponibili nei miei confronti e che si interessavano spesso a me e alla mia vita ungherese, chiedendomi sempre se stessi bene e/o se avessi problemi/qualcosa di cui avrei voluto parlare e riguardo a cui mi sarei voluta aprire con loro. Così come chiaramente mi mancano i miei compagni di classe e tutti i miei amici del 12° (l'ultimo anno), con cui frequentavo diverse lezioni.

Durante il mio tempo libero cercavo di dedicarmi a ciò che mi piace fare: leggevo, uscivo, andavo a lezione di canto, cosa che avevo sempre desiderato ma che non avevo mai avuto la possibilità di fare prima.
Di solito uscivo con Aurora, l'altra exchange student a Hatvan, o con altri miei amici quando riuscivano. La maggior parte delle volte andiamo a mangiare o bere qualcosa, siccome in quella città non c'era tanto che si potesse fare, anche se, pensando alle persone che ho conosciuto, spererei di ricapitare lì altre mille volte e non cambierei nulla della mia esperienza.
Quando non avevamo scuola, a volte andavamo in altre città, tra cui Budapest, Eger o Gyöngyös. Abbiamo anche avuto l'opportunità di visitare le terme di Demjén e mi sono a dir poco innamorata, perciò consiglio di andarci a chiunque ne abbia l’opportunità.
Inoltre, spesso sono andata a teatro con la scuola, oltre a essere andata un paio di volte alla Franz Liszt Academy of Music a Budapest e una volta al Teatro dell'Opera con la mia famiglia ospitante.
Dell'Ungheria mi hanno sicuramente colpita positivamente il paesaggio, il carattere di quelli che sono i miei amici ungheresi, la bellezza di alcune città tra cui Budapest
Cose che, invece, mi hanno colpita negativamente? Forse il fatto che nella maggior parte delle case ungheresi non ci sia il bidet! O il fatto che tantissimi ungheresi mangino la pasta, la pizza o anche semplicemente una fetta di pane con due chili di ketchup, maionese e/o altre salse. Per non parlare di quando ho scoperto che mangiano la pasta con la marmellata e lo zucchero (anche se devo ammettere di aver mangiato di peggio durante i miei 18 anni di vita).

Tre parole che descrivono questa esperienza?

  • Amicizia

    Sono tanto felice di essermi riuscita a fare degli amici. All'inizio pensavo che sarebbe stato difficile, siccome sono partita consapevole del fatto che questo non fosse un paese anglofono e che, dunque, non tutti avrebbero saputo l'inglese. Ho trovato degli amici con cui spero di restare in contatto e alcuni di loro sono già venuti a trovarmi in Italia, mentre sto progettando un incontro con altri amici nel corso dei prossimi mesi.

  • Autonomia

    Rispetto a quando sono partita mi sento molto più autonoma e indipendente, cresciuta sicuramente sotto diversi punti di vista, più matura e in grado di affrontare le situazioni senza l'aiuto di mia mamma
    , persona che è sempre fondamentale nella mia vita. Certo, ho ancora qualche problema per quanto riguarda la gestione dei soldi, ma su quella si può lavorare.

  • Famiglia

    Sono molto felice di aver trovato una famiglia in un altro paese. Prima di partire tanta gente che sapeva sarei partita mi faceva domande del tipo: "In Ungheria? Cosa ci vai a fare lì? Non c'è niente. È meglio se stai a casa con tua mamma.". Sono molto felice di non aver ascoltato quelle persone: l'Ungheria sarà pure un paese inusuale, ma sono cresciuta molto e ho trovato un altro mio posto nel mondo. Un posto in cui mi sento bene e in cui spero di ritornare molto presto, con una famiglia e persone con cui mi sento bene.
Sono tanto grata per quello che mi è stato offerto e ci tengo davvero a ringraziare la Fondazione Cassa di Risparmio di Reggio Emilia Pietro Manodori: senza di loro niente di tutto ciò sarebbe stato possibile!

Firdaous

da Reggio Emilia in Ungheria per un anno con Fondazione Manodori

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